Uno dei parametri che uso nello scegliere i romanzi da leggere è lo spessore. Mi spiego meglio: non è un prerequisito fondamentale, tuttavia lo considero un valore aggiunto. Che soddisfazione ricavo da un libro bello spesso, che si divora velocemente nonostante la sua mole e che mi regala lunghi momenti di emozione!
Ho pensato di divertirmi un po’ stilando un elenco dei dieci “mattoni” che ho preferito.
La donna in bianco di Wilkie Collins, che ho recensito qui.
La Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso: tanta emozione per quei versi splendidi. Ne ho parlato qui.
Uno dei migliori fantasy mai scritti: Il dardo e la rosa di Jaqueline Carey.
All’inizio il suo spessore mi ha spaventata, ma dopo averlo iniziato non sono più riuscita smettere di leggere. Sto parlando di Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson.
Un classico: Il signore degli anelli di Tolkien.
Tanta storia e tante storie tra le pagine de La caduta dei giganti di Ken Follet, di cui ho parlato qui.
Come una rosa d’inverno di Jennifer Donnelly: una storia intensa e toccante. Quasi 900 pagine che scorrono, forse troppo velocemente. Qui trovate la mia
recensione.
Mai provate così tante e diverse emozioni: Harry Potter e l’Ordine della Fenice è indimenticabile.
La verità sul caso Harry Quebert è uno dei gialli più mozzafiato che abbia mai letto: l’ho recensito qui.
Tra le pagine del Decameron di Boccaccio è custodito un vero e proprio mondo!
Quali sono i vostri “mattoni” preferiti?
Di questi ne ho letti 3. Però anche se affettuosamente non mi piace chiamarli “mattoni”. Aggiungo i primi che mi vengono in mente:dei classici russi (Guerra e pace, I fratelli Karamazov e gli altri di Dostoevskij). Ah, sarò una mosca bianca, forse, ma a me è piaciuto anche I promessi sposi, li ho riletti oltre al dovere scolastico.
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I promessi sposi sono purtroppo vittima del sistema scolastico: vanno riscoperti per essere amati. I classici russi sono una delle mie prossime sfide. 🙂
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Dostoevskij in particolare è davvero stupendo, secondo me. Di un’umanità disperatamente umana. Se leggerai Memorie da una casa di morti (la sua esperienza nei campi di “lavoro”) resterai anche stravolta (una volta di più) da come gli uomini possano essere non so che termine usare. Disumani non è corretto, perché le bestie (si pensa loro quando si pensa ai non umani) sono decisamente migliori.
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Seguirò il tuo suggerimento, grazie.
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https://langolinodellacultura.wordpress.com/2015/08/21/recensione52-la-verita-sul-caso-harry-quebert-joel-dicker/
A questo indirizzo trovi la mia recensione del libro di Joel Dicker. Se ti va commenta… Buona giornata! 🙂
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