Giovani Lettori · Recensioni

“Flamingo Boy” di Michael Morpurgo

Ho letto questa storia in un libro, tanto tempo fa, quando ero bambino. Non ricordo più quale libro fosse, ma non l’ho mai dimenticata. Un uomo anziano è seduto al sole sui gradini del suo carrozzone zingaro a bere una tazza di tè. Si è fermato proprio nel mezzo di una rotonda, e il suo cavallo pezzato, legato per la cavezza, bruca l’erba sul ciglio della strada.

Arriva un’auto della polizia. “Non puoi fermarti qui” gli dice l’agente.

“Buongiorno figliolo” risponde il vecchio. “Vuoi una tazza di tè? Ce n’è per tutti.” L’agente resta interdetto. E’ da tanto tempo che nessuno lo chiama più “figliolo” e la cosa gli procura un certo piacere.

“Non posso fermarmi per il tè” risponde “ma grazie lo stesso. Dove siete diretti, tu e il cavallo?”

“E chi lo sa? Io e il mio cavallo seguiamo le curve della strada. Andiamo dive ci porta”

“Bel cavallo” dice l’agente con un tono più dolce, questa volta.

“E tu, invece, dove te ne vai figliolo, in questa bella giornata di sole?” chiede il vecchio.

“Forse farò come te” risponde l’agente. “Seguirò le curve della strada. Mi sembra una buona idea”. E se ne va, consapevole che avrebbe dovuto mandare via il vecchio, ma felice di non averlo fatto.

Non so perché, ma non ho mai dimenticato questa storia. Eppure è trascorso tanto, tantissimo tempo. Ormai ho superato i cinquanta. Ripensandoci, credo che a modo mio stessi cercando di fare come i due uomini: seguivo le curve della strada. Era quella l’intenzione con cui ero partito. Eravamo nella lontana estate del 1982, ma ricordo ogni cosa come se fosse ieri. Ecco un’altra storia che non dimenticherò mai. Non si dimenticano le storie e le persone che ti cambiano la vita.

Ad introdurci alla narrazione è Vincent che, nel 1982, terminati gli studi e in cerca del suo posto nel mondo, decide di andare in Camargue, nella Francia del sud, ispirato da un quadro di Vincent Van Gogh.

Un giorno, mentre vaga per il paesaggio selvaggio, ricco di paludi e di fenicotteri, Vincent collassa a causa di una grave influenza, ma fortunatamente viene soccorso da un uomo. Al suo risveglio si ritrova sdraiato nel letto di una fattoria e scopre che a prendersi cura di lui sono state due persone: Renzo e Kezia. Durante la convalescenza, Kezia racconta al ragazzo la storia sua e di Renzo, di come fossero diventati amici fraterni e, soprattutto, di come la loro vita fosse stata sconvolta dall’arrivo dei Tedeschi quarant’anni prima.

Ecco, allora, che la voce narrante della donna prende il posto di Vincent e ci trascina indietro nel tempo, nel periodo in Kezia era solo una bambina che viaggiava sul suo carro insieme ai genitori, portando nelle piazze dei vari paesi francesi una bellissima giostra con animali di legno. Ed è in questa occasione che conosce per la prima volta Lorenzo, un bambino molto speciale. Lorenzo non comunica come tutti gli altri, pronuncia solo alcune sillabe delle parole, ma è una persona onesta, buona, sensibile e amante degli animali, soprattutto dei fenicotteri. I due ben presto diventano grandi amici: vagano per la campagna, giocano ai cavalieri della tavola rotonda, si prendono cura degli animali, giocano sulla giostra dei genitori di Kezia… Neanche alcuni commenti sgradevoli sulla “zingarella” e il “ragazzo matto” sembrano intaccare più di tanto la serenità giocosa della loro vita.

Tutto cambia drasticamente, però, quando anche nel loro paesino arrivano i Tedeschi: improvvisamente i sorrisi si spengono e una cappa di angoscia cala su Aigues-Mortes. A peggiorare questo clima di terrore si aggiungono i Miliziani, cittadini francesi che collaborano con i nazisti. Come si fa a vivere se non ci si può fidare neanche dei propri concittadini? Fortunatamente, i genitori di Kezia vengono accolti e ospitati dalla famiglia di Lorenzo che, vivendo in una fattoria lontana dalla città, possono dirsi relativamente al sicuro. Tuttavia, anche in quell’oasi circondata da fenicotteri busserà la guerra con i suoi orrori.

Flamingo Boy è un romanzo per ragazzi molto interessante. Innanzitutto, dal punto di vista del contenuto, offre uno spaccato di storia della Francia occupata dai nazisti, ma è anche la base per una riflessione su due argomenti importanti. Il primo parte proprio da uno dei protagonisti, Renzo e riguarda la diversità. Renzo è cresciuto con i suoi ritmi, sviluppando alcuni talenti e tralasciando altre capacità. Non è coordinato nei movimenti, ma sa muoversi in silenzio per non spaventare gli animali; non riesce ad articolare bene le parole, ma comunica con un cuore sincero. Come si può, quindi, concordare con le parole del dottore che aveva visitato Lorenzo da bambino, ” Per questi bambini così strani e contro natura, non c’è posto tra la gente normale in una società normale”? Normale è, invece, denunciare il proprio vicino? Consideriamo normale uccidere altri esseri umani? Forse dovremmo smettere di parlare di società normale e iniziare a parlare di società giusta.

L’altra tematica di riflessione riguarda la distinzione tra “buoni e cattivi”. I Tedeschi sono i cattivi e i Francesi buoni, ma perché, allora, sono alcuni concittadini a denunciare la famiglia di Kezia ed è un caporale tedesco ad aiutarli? Bisogna combattere le persone o le idee?

Il romanzo risulta stimolante per i giovani lettori anche a livello narrativo ( la storia di Kezia nella storia di Vincent) e per i collegamenti interdisciplinari che si vengono a creare. Il riferimento iniziale al quadro di Van Gogh, il mondo animale dei fenicotteri, il paesaggio della Camargue, il funzionamento della giostra accompagnata dalle note di Sur le Pont d’Avignon… Scusate, questa è deformazione professionale, ma se lì fuori c’è qualche insegnante in cerca di un romanzo su cui costruire un percorso in classe, credo che Flamingo Boy possa offrire diversi spunti.

Questo è il primo romanzo che leggo di Michael Morpurgo, ma sono sicura che recupererò altri titoli. Del suo più famoso, War Horse, vidi solo la trasposizione cinematografica anni fa: molto commovente.

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