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“La contessa segreta” di Eva Ibbotson

Buongiorno a tutti! Oggi vi parlerò di un romanzo che ho amato per la sua delicatezza, La contessa segreta di Eva Ibbotson.

Russia, primi anni del Novecento. Anna è una piccola contessina, cresciuta da genitori amorevoli, ricchi come Creso e istruita da una governate inglese, Miss Pinfold. La bambina ha tutto quello che potrebbe desiderare, gioielli, cavalli, e giochi in quantità.

4-a-nymph-in-the-forest-realistic-girl-portraits-charles-amable-lenoirE stranamente Anna viziata non era. Mentre si esercitava nei suoi études al pianoforte, in bilico su una pila di cuscini sopra uno sgabello alzato al massimo, mentre piroettava obbediente col cugino Sergej al ritmo di una polonaise durante la lezione di ballo, oppure mentre recitava Les malheurs de Sophie a Mademoiselle Leblanc, Anna non mostrava alcun segno di egoismo o di boria. Era come se le coccole della madre, le premure della servitù e l’adorazione illimitata del padre producessero in lei solo una specie di sorpresa umiltà. Miss Pinfold, osservando la sua pupilla con occhi di falco, dovette riconoscersi sconfitta. Se mai poteva esserci una cosa come la bontà naturale, in quella bambina esisteva.

La vita sua e della sua famiglia subisce un radicale cambiamento allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e, in seguito, della Rivoluzione russa. Costretti a lasciare la loro patria, Anna, la madre e il fratellino, si rifugiano in Inghilterra, insieme alla loro amata governante Miss Pinfold. Niente più dimore scintillanti e feste sfarzose, ma una vita misera, completamente da reinventare. Con l’aiuto di qualche lontano parente, il fratello di Anna riesce a frequentare un’ottima scuola, ma Anna è decisa a trovare un lavoro per mantenere se stessa e la madre. Trova lavoro come domestica a Mersham, una splendida tenuta di campagna.

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Anche questo luogo idilliaco ha avuto, però, le sue sofferenze: il vecchio conte è morto, il figlio primogenito è caduto in guerra, il secondogenito, Rupert, è stato ferito e la casa è coperta dai debiti. Quando Anna giunge a Mersham, trova la dimora in fermento a causa dell’arrivo imminente del giovane conte e della sua promessa sposa; dopo giorni di estenuante lavoro, finalmente la tenuta ha di nuovo un aspetto meraviglioso e il conte torna a casa. Quanto Rupert è gentile e di buon cuore tanto la sua fidanzata Muriel nasconde cattiveria dietro una facciata di cortesia ed efficienza. Ma Muriel è bella, intelligente e ricca e il suo denaro può permettere la sopravvivenza di Mersham. Tutti all’inizio sembrano conquistati da questa ragazza, all’apparenza perfetta, che aveva curato Rupert; tuttavia cambieranno molto presto opinione.

Muriel, infatti, è una fervida sostenitrice dell’eugenetica e qualunque imperfezione fisica non può essere tollerata: come Win, la domestica sempliciotta che lavora a Mersham, o la piccola Ollie, sorella del migliore amico di Rupert, che zoppica. Il comportamento di Muriel nei loro confronti fa aprire gli occhi a Rupert sulla vera natura della sua futura sposa, ma è troppo tardi per sciogliere il fidanzamento: oltre alla questione economica, infatti, Rupert non potrebbe mai rimangiarsi una promessa. Come si risolverà una situazione che sembra gettare tutti nello sconforto?

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La contessa segreta è una splendida fiaba. È narrata con un tono delicato, è una storia meravigliosa che parla di amore, gentilezza, umiltà, amicizia, compassione. Ma sotto la patina di incanto con cui è narrata la vicenda di Anna, si nascondono tematiche molto profonde: la guerra, l’antisemitismo e l’eugenetica. Eva Ibbotson riesce a descrivere la cattiveria, la falsità e l’odio che si celano nei cuori delle persone: è impossibile restare indifferenti davanti al comportamento crudele di Muriel nei confronti di Olly o non indignarsi ogni volta che ci sono discriminazioni.

L’altro grande pregio di questo romanzo è la caratterizzazione dei diversi personaggi: Proom, l’infaticabile e orgoglioso maggiordomo dal cuore d’oro, il prozio Sebastian, amante della musica e con un debole per le belle cameriere, Olly, bambina fragile e determinata e poi i due protagonisti, Anna e Rupert. Forse un po’ idealizzati, ma al contempo indimenticabili. Attraverso gli occhi di Anna si scorge la bellezza di un mondo che, nonostante le guerre e le sofferenze che ha conosciuto, è ancora in grado di regalare bellezza e bontà. Anna è una nobildonna nel vero senso della parola, perché ha un cuore puro, generoso e altruista, non esita a mettersi in gioco per il benessere della sua famiglia, per fare ciò che è giusto, anche a costo di sacrifici personali. Rupert è un uomo di cui ci si innamora facilmente, anche lui gentile, onorevole, disposto a mettere da parte la propria felicità per un bene più grande.

Anna e Rupert sembrano fatto per stare insieme, ma -si sa- la vita è sempre complicata.

E fu su quel valzer, nato in un paese lontano e nevoso, generato dal desiderio di vivere anche una sola notte estiva e profumata di fiori, proprio come quella, che Rupert e Anna danzarono. Non si facevano illusioni: i lampadari scintillanti, gli specchi dorati addobbati con le foglie d’acanto e i violini lamentosi erano sì l’essenza del romantico, ma quello non era un idillio. Erano gli ultimi attimi trascorsi su una scialuppa che sta per inabissarsi tra i flutti, era come attraversare un cortile soleggiato per andare incontro al plotone d’esecuzione. Quel valzer era tutto ciò che avevano.

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All’apparenza, La contessa segreta è un romanzo rivolto a lettori giovani, ma mi permetto di consigliarlo a tutti quanti. Io adoro le sensazioni che ho provato durante la lettura: mi sono indignata per le cattiverie di Muriel, ho riso delle stranezze degli abitanti di Mersham, ho sospirato per gli amori nati e ostacolati, mi sono commossa per il dolore e la felicità dei protagonisti.

Eva Ibbotson ha creato una storia per me indimenticabile, raccontandola con uno stile a tratti poetico, a tratti ironico. Questo romanzo è un po’ come la fiaba della buonanotte: mi ha regalato uno splendido sogno.

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